Tornato in Italia, ha svolto per sette anni attività di ricerca e insegnamento presso l’Università degli Studi di Perugia su materie legate all’economia e alla gestione aziendale, conseguendo nel 2003 il riconoscimento del Governo Italiano per particolari meriti scientifici in ambito nazionale e internazionale. Contemporaneamente ha diretto un consorzio di cooperative agricole e ha collaborato con varie istituzioni per progetti di cooperazione internazionale. Per l’impegno sul lavoro riceve, nell’anno 2004, una menzione dal Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2009 inizia la sua collaborazione con la Fondazione Talenti come responsabile di progetto per creare nuove esperienze di bene comune in ambito ecclesiale. Terminata l’esperienza della Fondazione Talenti, nel 2012 diventa Direttore per l’Italia e la Santa Sede della Fondazione Summa Humanitate. La Summa Humanitate affianca le Congregazioni, le Diocesi e i Movimenti Cattolici nello sviluppo di nuovi progetti sociali o nel portare avanti quelli già in essere. La Fondazione Summa Humanitate, che nasce in Spagna nel 2006, collabora con Diocesi e Congregazione nella gestione di centri per senza fissa dimora, case mamme con bambino, centri diurni per anziani, RSA, infermerie di religiosi anziani e case per ferie.
La Consulta Diocesana di Genova e Giacobbe“E Giacobbe si levò, quella notte, prese le sue due mogli, le sue due serve, i suoi undici figliuoli, e passò il guado di Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente, e lo fece passare a tutto quello che possedeva. Quando il dott. Fabio Gerosa mi ha chiesto una mia impressione sulla Consulta Diocesana di Genova, dopo questi anni di lavoro passati insieme nella costituzione della cooperativa agricola sociale “ Pane e Signore” promossa dai Guanelliani, mi è venuto in mente questo passo della Genesi. Perché forse sono un angolo di speranza in un contesto economico odierno fatto di ingiustizie, fatiche e frustrazioni. Un piccolo angolo di Dio dove la luce è posta sul candelabro. «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». (Mt 5,13-16) Veramente le relazioni che si vivono all’interno della Consulta e, per la mia esperienza personale, all’interno della Casa dell’Angelo sono una ferita costante, un richiamo a prendere e a spendere seriamente la vita. Una testimonianza del donarsi ai più bisognosi, a quei ragazzi che escono fuori dagli schemi e che lanciano un grido di amore verso un mondo di adulti che spesso non li ha accolti e compresi. Uno sgorgare silente di vita per la vita, a partire dall’Amore per Cristo. In particolare mi vengono in mente le relazioni tra Don Marco e Don Nando con i ragazzi della casa, fatti di affetto profondo e paternità. Quella paternità concreta che ha portato a pensare ai ragazzi anche dopo il periodo di accoglienza nella casa previsto dal Tribunale dei Minori e inventare una formula per assicurare loro una professione e un lavoro nel futuro: la creazione della Cooperativa Pane e Signore rappresenta questo tentativo di dare un lavoro attraverso la coltivazione dei terreni delle congregazioni. Un’iniziativa aziendale che risponde a quella logica di economia creativa a favore dell’uomo auspicata da Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate. “Carità nella verità significa che bisogna dare forma e organizzazione a quelle iniziative economiche che, pur senza negare il profitto, intendono andare oltre la logica dello scambio degli equivalenti e del profitto fine a se stesso”. (Caritas in Veritate, Benedetto XVI, Roma, 2009) Un’economia volta a uno “sviluppo integrale”, che assicura una crescita umana completa e appagante dei desideri di felicità. Il messaggio cristiano nasce dalla convinzione che Dio vuole la felicità dell’uomo e che è possibile una strada per raggiungerla: la Via, la Verità, la Vita. L’uomo anela a una felicità infinita e ciò che compie in terra può essere a favore di tale meta e non necessariamente contrapposto. L’economia, la finanza e le aziende devono essere concepite per l’uomo non contro l’uomo. È una sfida per tutti e sicuramente la soluzione meno facile e automatica, ma il mercato può essere regolato da leggi fatte dagli uomini. Irrompere nella società esaltando l’uomo e avendo come obiettivo la sua vera felicità. L’esperienza stupefacente del dono unifica gli uomini perché sopravanza ogni merito: la sua regola non è solo la giustizia, ma l’eccedenza. Da questo particolare sguardo nascono linee guida di discernimento per il mercato e per le imprese, i manager e i sindacati, la finanza e la politica. Un’etica basata sulla fraternità intesa come scambio e aiuto reciproco alla crescita. L’azienda come strumento sociale per la realizzazione della libertà e dei sogni di ognuno, come un campo di gioco dove impiegare le risorse migliori per la soddisfazione dell’altro.
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